Lotta al Caporalato nelle Langhe


«Nessuno più al mondo deve essere sfruttato», questo è il messaggio dello striscione portato in piazza dai lavoratori ad Alba, in segno di protesta contro il caporalato e lo sfruttamento della manodopera nelle regioni delle Langhe e del Roero. Le parole di Contessa, una canzone simbolo delle lotte del ’68 e delle manifestazioni operaie degli anni Settanta, hanno risuonato per le strade della cittadina piemontese, dove ieri, sotto un sole cocente, hanno marciato centinaia di lavoratori. Alla manifestazione, intitolata “La terra deve dare buoni frutti per tutti”, hanno partecipato in prima fila Alberto Gatto, recentemente eletto sindaco di Alba nelle liste della Sinistra, e il vescovo Marco Brunetti.”

La scorsa settimana, nella zona del Cuneese, sono stati effettuati i primi arresti legati allo sfruttamento di migranti irregolari impiegati nei vigneti. Questi lavoratori sono stati brutalmente maltrattati con spranghe dai caporali, come confermano i video di denuncia diffusi dai sindacati. «È inaccettabile – ha dichiarato dal palco della manifestazione Loredana Sasia, segretaria generale della Flai Cgil di Cuneo -. Ci troviamo di fronte a lavoratori ridotti in schiavitù, invisibili, sfruttati con forme di lavoro irregolare e nero, e vittime di intermediazione illecita di manodopera, culminata in violenze brutali. Tutto questo accade alle porte del 2024».

I lavoratori che hanno manifestato ad Alba chiedono un cambiamento per l’Italia: «Possiamo affrontare il problema del caporalato se le parti sane si riuniscono per cercare di creare un sistema che esclude gli elementi negativi – ha dichiarato Luca Caretti, segretario generale della Cisl Piemonte -. È necessaria più contrattazione, maggiore partecipazione e una cooperazione bilaterale tra le componenti positive per far emergere ciò che non funziona. Le manifestazioni sono utili, ma non sufficienti. Bisogna fare come durante la Resistenza, quando persone di diverse ideologie, come laici, cattolici, comunisti, liberali e monarchici, si unirono per combattere il nazifascismo. Facciamolo anche oggi».

L’assessore regionale Paolo Bongioanni, appartenente a Fratelli d’Italia, ha proposto un “protocollo Piemonte” per l’accoglienza dei lavoratori stagionali nel settore agricolo, ispirato al “protocollo Saluzzo” in vigore dal 2020. Bongioanni ha dichiarato: «Non possiamo permettere che poche mele marce rovinino la reputazione dei produttori di vino». Tuttavia, i sindacati ritengono che il problema sia strutturale e non limitato a pochi casi isolati. Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, ha affermato: «Le realtà di Latina e Alba sono più vicine di quanto suggerisca la distanza geografica. Chi vende una bottiglia a 40 o 80 euro non può pagare i lavoratori solo 3 euro all’ora».

Nei giorni a venire, le autorità locali e i sindacati si incontreranno per discutere l’espansione, nell’area dell’Albese e in tutta la regione, del piano già adottato nel settore orto-frutticolo del Saluzzese. Quest’area è stata pioniere nel contrasto al caporalato in Piemonte. L’obiettivo del piano è non solo garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure per i lavoratori dei vigneti, ma anche combattere le organizzazioni mafiose che sfruttano il caporalato.

Mentre il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e la ministra del Lavoro, Marina Calderone, hanno intensificato le azioni contro il caporalato dopo gli eventi di Latina, i sindacati insistono sulla necessità di intervenire sulle politiche migratorie e sulla regolarizzazione dei lavoratori già presenti in Italia. Il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, ha sottolineato l’importanza di far emergere i numerosi lavoratori che, nonostante abbiano lavorato per anni in Italia, si trovano in situazioni di irregolarità. Ha ricordato che circa 200mila dei 400mila lavoratori irregolari sono impiegati in agricoltura e ha chiesto di concedere loro permessi di soggiorno che garantiscano dignità, tutele, diritti e doveri. Anche Giovanni Mininni, segretario generale della Flai-Cgil, ha affermato che il governo deve regolarizzare coloro che sono arrivati in Italia con il Decreto Flussi, ma che una volta scaduto il contratto a tempo determinato sono finiti in una condizione di sfruttamento. Tuttavia, a Latina, le forze dell’ordine stanno rilasciando il foglio di via ai lavoratori irregolari trovati durante i controlli nelle aziende agricole dell’Agro Pontino, invece di facilitare il loro processo di regolarizzazione.

«Il caporalato è un problema che dobbiamo sradicare con la collaborazione dei sindacati», ha dichiarato ieri Massimiliano Giansanti, presidente della Confagricoltura, durante l’assemblea estiva dell’associazione. Come? «Attraverso la cooperazione con gli enti bilaterali e redigendo insieme un nuovo contratto di lavoro – ha spiegato – è necessario individuare modelli che consentano alle imprese di reperire lavoratori e ai sindacati di fornire le competenze e la manodopera indispensabili».